Nefrologi, cardiologi, internisti intensivisti, rianimatori, tutti specialisti coinvolti nella gestione dei pazienti che sviluppano danno renale acuto, si sono confrontati al San Marco nel corso di una giornata di lavoro intensa. L’incontro, dal titolo “Il nefrologo incontra gli altri specialisti” è stato promosso dall’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico “G. Rodolico – San Marco” diretta da Gaetano Sirna e in particolare curato dalla responsabile dell’Unità Operativa Carmelita Marcantoni, con il valido supporto della direzione medica di presidio retta da Annarita Mattaliano, dell’UO Formazione con il responsabile Angelo Gambera e il Centro Multimediale guidato da Salvo Favitta coadiuvato da Damiano Nicosia che ha attrezzato le due modernissime aule da cui è stato consentito di seguire l'evento anche per i giovani medici in corso di specializzazione. Il danno renale acuto rappresenta una complicanza molto seria del decorso clinico del paziente ospedalizzato che impatta molto sulla sopravvivenza e richiede diagnosi precoce e intervento terapeutico adeguato. In particolar modo i pazienti ricoverati in area critica hanno maggiore probabilità di sviluppare danno renale acuto che può richiedere l’avvio di trattamenti extracorporei invasivi. Ogni giorno nella nostra Azienda, nefrologi, rianimatori, medici di urgenza, cardiologi e cardiochirurghi gestiscono, autonomamente o in team multidisciplinare, questo tipo di pazienti. L’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi fornisce un supporto fondamentale con attività di consulenza, avvio, gestione e monitoraggio dei trattamenti extracorporei intermittenti prolungati e continui dei pazienti degenti nelle unità operative di Nefrologia, Medicina d’urgenza ed UTIC dei presidi Rodolico e San Marco e la Semiintesiva Cardiochirurgica del Rodolico. Da qui l’esigenza di un costante aggiornamento tra esperti in grado di affrontare con capacità e competenze, le eventuali emergenze sviluppate dai degenti. Il corso ha approfondito gli argomenti relativi ai trattamenti extracorporei dialitici, mettendo a confronto le varie figure professionali coinvolte in area critica. Nello scambio di esperienze si sono alternati diversi esperti. In particolare, ad intervenire, sono stati il responsabile dell’Unità operativa di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Papardo di Messina, Paolo Monardo, che ha illustrato il ruolo del nefrologo e l’importanza della gestione multidisciplinare nel trattamento della tipologia di pazienti; Enrico Fiaccadori, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Nefrologia dell’Azienda ospedaliero universitaria di Parma, noto cultore della materia, che ha discusso degli aspetti tecnici specialistici relativi al tipo di metodica dialitica, alla durata del trattamento e al tipo anticoagulazione del circuito extracorporeo. Rosa Giunta, dirigente medico dell’UO di Nefrologia, ha quindi parlato dei trattamenti dialitici urgenti nei casi di intossicazioni o avvelenamenti da farmaci o sostanze tossiche. Giacomo Castiglione, dirigente medico dell’UO di Anestesia e rianimazione del presidio San Marco, ha quindi descritto le cure di tipo intensivo rianimatorio. Infine, Giuseppe Regolisti, direttore della Clinica Medica dell’AOU di Parma, ha mostrato gli studi e l’esperienza personale in tema di utilizzo dei diuretici nel trattamento di pazienti affetti da scompenso cardiaco e danno renale acuto. Durante il corso sono stati presentati e discussi anche casi reali gestiti in azienda dai medici specialisti della Nefrologia del San Marco con Luciano Gervasi, Medicina d’Accettazione e d’Urgenza del San Marco con Silvia Ferrario e Cardiologia del Rodolico, con Antonino Caggegi.